Grillo e quell’amore-odio con la tv

grillotelev1È la stampa, bellezza! Così recitava una delle battute più riuscite della storia del cinema, pronunciata da Humphrey Bogart in Quarto Potere, tra le pellicole maggiormente intrise di quel rapporto ambivalente – e per certi versi morboso – tra politica, potere e informazione.

Riadattando quell’adagio ai giorni nostri, verrebbe da dire: è la tv, bellezza, ed è fatta per chi la usa e chi la sa usare. Tra questi, indubbiamente non sfugge all’appello Beppe Grillo.

Allontanato dal tubo catodico nel lontano 1986, a suo stesso dire da Craxi, effettivamente non vi ha mai più rimesso piede. «È morta, adesso c’è il computer», dice, diceva e continua a ripetere in merito. Eppure, tra il comico genovese e il piccolo schermo il filo non s’è mai spezzato. I suoi spettacoli teatrali sono stati ripetutamente ripresi, negli anni, da Striscia la Notizia, Blob e molti altri programmi televisivi; i telegiornali non hanno fatto che parlare di lui all’epoca dei V Day; le telecamere lo seguono (ed inseguono) ovunque in questi suoi tour elettorali. Un’antipatia unilaterale, si potrebbe osservare, che raggiunse piena espressione quando fu cacciata dal Movimento 5 Stelle la Consigliera Comunale di Bologna Federica Salsi, la quale, dopo aver partecipato a Ballarò, si vide sbattere la porta in faccia con tanto di «i talk show sono il vostro punto G». Un rapporto conflittuale, dunque, che proprio pochi giorni fa lo ha visto allontanare da un suo palco un cameraman di Rai 3, durante un comizio a Susa.

Eppure, uno spiraglio di luce sembrava comparire nuovamente quando, il 13 febbraio, via Twitter arriva l’annuncio: «domenica 17 andrò in tv. Un’intervista di 30 minuti in diretta dal camper su SKYtg24 alle 20,30 e su Cielo, in chiaro, alle 21». Tutti a parlarne: in visibilio per il possibile ritorno in un’intervista del guru. La prima, peraltro, durante questo Tsunami Tour che lo sta portando a toccare tutte le piazze principali delle città italiane. Ma si sa, chi di spada ferisce di spada perisce ed è proprio così che, nuovamente con un cinguettio, Grillo annuncia poche ore prima che l’intervista «non si farà». «In tv ci vanno i politici, la politica si fa per strada», dice. «Una scelta coerente», secondo Andrea Scanzi del Fatto Quotidiano, uno di quei giornalisti che già da tempo hanno annunciato il loro voto a favore del M5S. Un atto fortemente in contrasto sia con Mario Monti, che chiedeva via Internet il confronto televisivo a Bersani e Berlusconi, che con lo stesso Cavaliere, che replicava snobbando l’ex Premier e chiedendo un tête-à-tête con il candidato del centro-sinistra. Un gesto, quello di Grillo, che fa discutere (e indignare) giornalisti, sociologi ed avversari politici ma che, un’altra volta, mette seriamente al centro della discussione il valore della televisione in questa campagna elettorale.

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