L’assemblea nazionale francese dice sì alle nozze gay
La Francia di Hollande punta dritta verso il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. L’Assemblea nazionale francese ha infatti approvato con cento voti di scarto la legge che riconosce il matrimonio e l’adozione dei figli da parte delle coppie gay.
Si tratta di una delle questioni sociali più controverse e dibattute, che ha spaccato in due il paese e che si è tradotta in un serrato dibattito parlamentare durato centodieci ore. In prima lettura i voti favorevoli sono stati 329 e i contrari 229: l’Assemblea nazionale dice “oui”, riconoscendo la necessità di garantire un diritto d’uguaglianza a suoi cittadini, liberi di vivere con pienezza di diritti la propria esistenza senza che l’orientamento sessuale sia una discriminante. La palla passa adesso al Senato, dove la discussione comincerà il 2 aprile e si prevede sarà ancora più difficoltosa a causa della più risicata maggioranza della sinistra.
L’iter del provvedimento è stato già puntellato dalle dure opposizioni dei conservatori e di tutta la comunità cattolica, come anche dei musulmani e degli evangelici, che promettono di continuare a dar voce al dissenso con una manifestazione fissata per il 24 marzo a Parigi. Ma i grandi cambiamenti non sono mai possibili senza qualche resistenza e indubbiamente si tratta della più importante riforma sociale sotto il profilo dei diritti civili sostenuta dal presidente Hollande. “Stiamo combattendo una grande e nobile battaglia”, ha detto il ministro della Giustizia francese Christiane Taubira, promotrice della legge.
Anche la Gran Bretagna si dimostra sensibile al tema. Infatti il primo ministro inglese, David Cameron, benché conservatore, si è battuto contro i suoi stessi compagni di partito per fare approvare il Marriage Bill, la legge che prevede la legalizzazione delle nozze gay e che lo scorso 5 febbraio ha ricevuto il primo sì dalla Camera dei Comuni.
L’Italia invece, forse perché ospita il papa o forse per i suoi retaggi culturali o per tanti altri legacci, è sul tema unioni gay fanalino di coda, priva di una legislazione effettiva e uniforme sul territorio nazionale. Il dibattito però e vivo e Nichi Vendola speranzoso commenta su Twitter: “Dalla Francia il vento pulito dei diritti di libertà”.