Strage di Ustica, ecco il verbale che ha cambiato la storia
Ad abbattere il DC9 Itavia in quella vicenda tristemente nota come la strage di Ustica, fu un missile. A dirlo, dopo Francesco Cossiga e la Corte d’Appello di Palermo, è la Corte di Cassazione che ha condannato lo Stato a risarcire le vittime. Leggi il verbale Proprio noi di Parolibero, dopo aver letto quanto testimoniato dal defunto Presidente Cossiga, avevamo dato conto, con un pezzo del 27 aprile 2012 che di seguito riproponiamo, di quanto importanti sarebbero potute essere quelle rivelazioni ai fini del raggiungimento di una parvenza di verità. Proprio per questo, per omaggiare un pezzo di carta che ha scritto un pezzo fondamentale della nostra storia, abbiamo deciso di renderlo pubblico.
Ecco il pezzo del 27 aprile scorso:
Il DC9 Itavia sarebbe stato abbattuto, per errore, da un aereo francese decollato da una portaerei, questo è il sunto della testimonianza resa, sotto giuramento, dall’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, nel procedimento civile intentato dai familiari delle vittime della strage di Ustica contro il Ministero della Difesa ed il Ministero dei Trasporti. Una dichiarazione incredibilmente importante, passata sottotraccia e senza raccogliere proseliti fra i media nostrani, evidentemente poco entusiasti di scrivere ancora su questa vicenda. Eppure, la strage di Ustica rappresenta una ferita aperta per il nostro paese, sia per la sorte degli 81 connazionali che in quell’aereo hanno lasciato la vita, sia per la serie innumerevole di depistaggi che ha traviato e compromesso le indagini.
Una storia giudiziaria infinita quella di Ustica, nata dal lavoro certosino dell’allora Giudice Istruttore Rosario Priore e dei collegi peritali da lui nominati. Un lavoro immane che per il Dottor Priore si concluse con una sentenza-ordinanza dalle dimensioni elefantiache e dai contenuti scottanti, con accuse chiare e circostanziate nei confronti dei vertici dell’aeronautica. Da lì un iter giudiziario ancora lungi dall’essere concluso, con l’avvio del procedimento penale a carico dei membri dell’Aeronautica sfociato nel 2007, dopo tre contrastanti gradi di giudizio, nell’assoluzione degli imputati. Un’assoluzione che fece gridare allo scandalo molte persone e che lasciò perplessità in molte altre, ma che la Corte di Cassazione, confermando la sentenza d’Appello, ritenne necessaria per via di un difetto assoluto di prova. Molte, nel tempo, anche le versioni sostenute sulle cause della caduta dell’aereo, quella del missile partito accidentalmente da un caccia straniero è sempre stata ritenuta fra le più credibili, ma sono state autorevolmente sostenute anche le ipotesi della near collition o dell’esplosione a bordo. Per tutto ciò che è stato e ciò che si è detto, la testimonianza resa da Cossiga il 15 Dicembre del 2008 potrebbe essere un nuovo incipit, anche perchè la sua fonte d’informazione sarebbe stata l’ex Direttore del SISMI Fulvio Martini, che gli raccontò anche che il caccia francese “aveva in realtà come missione l’abbattimento di un aereo che trasportava il Colonnello Gheddafi” aggiungendo a ciò che “sembrava che il pilota francese si fosse suicidato, dopo aver appreso che l’aereo che aveva colpito era, in realtà, un aereo civile italiano”. Una testimonianza preziosa insomma, che ha già avuto i suoi primi effetti, poiché, anche grazie ad essa, il Tribunale Civile di Palermo ha condannato, nel settembre scorso, il Ministero della Difesa ed il Ministero dei Trasporti ad un maxi risarcimento a favore dei familiari delle vittime, anche se l’efficacia della sentenza è stata recentemente sospesa dalla Corte di Appello di Palermo proprio in relazione all’entità della cifra. Conseguenze importanti, insomma, perchè queste parole dell’ex Presidente Cossiga, pronunciate sotto giuramento, possono aiutare a ricostruire gli eventi e possono, forse, far coincidere la verità storica con la verità processuale, sempre che non sia già così.