La ricetta delle donne contro la solitudine
Prendete quattro casalinghe più o meno sentimentalmente disperate, mettetele in una casa di rosso laccata con tanto di fornelli accesi a compensare i vuoti del cuore a colpi di manicaretti, poi gettate dentro casa l’unica cosa che le accomuna tutte: il loro ex. Un biondo palestrato che, copione alla mano, le ha sedotte e abbandonate proprio quando sembrava esserci qualcosa in più oltre il solito sesso.
Ma la forza delle donne è nella loro capacità di reagire, di darsi coraggio a vicenda anche quando il mondo sembra girare contro e il crudele universo maschile sembra ancora più criptico. E così Silvia (Cinzia Berni, autrice e interprete principale), Giulia (Cristiana Lionello) e Irene (Alessandra Korompay) si riuniscono a casa di Susanna (Francesca Zavaglia), inconsolabile neo-single abbandonata dal suo uomo scopertosi gay. Le quattro rideranno, piangeranno, malediranno e insieme benediranno la condizione di single (non) per scelta. I fornelli poi saranno un ottimo antidoto al mal d’amore… Almeno fino a quando Luca (Paolo Persi) non busserà alla porta. L’ex fidanzato di ognuna farà vacillare quelle certezze che si andavano pian piano costruendo tra una portata e l’altra di quel lauto quanto caro pasto che è la vita.
Una commedia apprezzabile nei suoi toni scanzonati e autoironici, poco impegnativa nella sua architettura comica e recitata in maniera convincente (qualche urlo in meno non avrebbe sicuramente tolto lo smalto alla produzione diretta da Roberto Marafante). La condizione di single non più giovane viene affrontata senza troppi drammi esistenziali, giocando in maniera cinica sugli affetti e le amicizie di cui ci si circonda. Il testo è una strada a senso unico verso l’amara consapevolezza di quanto uomini e donne non sembrino comprendersi nelle reciproche necessità. Il ritmo tragicomico finisce per scadere verso la banalità testuale in più di qualche punto: si cerca la battuta a ogni costo anche quando una semplice (e naturale) riflessione sull’evidenza dei fatti basterebbe di per sé a creare teatro. Il colpo di scena finale poi, decantato quasi come la trovata geniale degli ultimi anni di storia teatrale italiana, non è niente di genialmente imprevedibile: una virata di sceneggiatura atta a scatenare l’applauso finale. Che puntualmente arriva.
Per informazioni e prenotazioni qui il link al sito ufficiale