Alitalia, Carpatair e il logo scomparso

Durante la sera dello scorso sabato un ATR 72 proveniente da Pisa sorvolava Roma, per atterrare di lì a poco sulla pista di Fiumicino. Poi qualcosa accade, forse una raffica di vento esagerato forse qualcos’altro, e il velivolo si sposta dalla pista e finisce pancia a terra sull’erba.

46 passeggeri e 4 membri d’equipaggio percorrono per qualche secondo la traiettoria d’emergenza e subiscono un impatto importante. Poi l’ereo si ferma. 16 feriti vengono soccorsi e alcuni tra questi versano in gravi condizioni, gli altri hanno bisogno di un pò di tempo per realizzare che sono vittime di un incidente aereo, poi capiscono che la tragedia è scampata. E dopo l’impatto, il ricovero delle vittime e il resoconto riprodotto da quanti hanno visto: c’è la ricostruzione dell’accaduto, occorre insomma trovare delle motivazioni.

AZ 1670 è il volo che percorre la tratta Pisa-Roma, su un velivolo battente bandiera italiana. Poi giunge la notizia che quel volo, come tanti altri, viene in realtà effettuato dalla compagnia rumena Carpatair a cui l’Alitalia ha subappaltato alcuni mezzi. Di fatto non si tratta di un accordo omesso, di informazione occulta, perchè nel settembre del 2011 è stato stipulato un accordo commerciale tra le due che risponde al nome di di ‘wet lease’, per offrire ai viaggiatori <<un più ampio ventaglio di destinazioni>> come affermato dai dirigenti Alitalia. L’accordo inoltre risponde positivamente ai controlli di sicurezza dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.

Poi, durante la notte di sabato, l’intramontabile logo italiano viene rimosso dalla coda dell’aereo <<perchè normalmente si usa così quando succedono eventi di questo genere>> commenta il direttore operativo Giancarlo Schisano.

Alitalia rappresenta ad oggi uno dei grandi drammi economici e sociali del nostro Paese. La compagnia perde giornalmente 600mila euro e si trascina un’inguaribile debito di oltre 700 milioni accumulati da una gestione malsana. Le sue ali spiegazzate le fanno stringere accordi con altre compagnie e scomparire lentamente dietro le nuvole, fino ad alzarsi da terra sempre meno.

di Nicoletta Renzetti

 

 

 

 

 

 

 

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