Skeleton: sorprese a St. Moritz

E’ Shelley Rudman ad appendersi al collo l’oro nella prova femminile, con le tedesche, dominatrici della stagione di coppa, relegate nelle retrovie. Al maschile Martins Dukurs, campione in carica, non riesce a difendre il titolo iridato dall’assalto del russo Tretjyakov.

Ci pensa l’Olimpia Bobrun di St Moritz, pista naturale indigesta per molti atleti, a rimescolare un po’ le carte ed a rendere ancora più interessante le prove iridate di skeleton. Al femminile di certo Shelley Rudman ha dimostrato di possedere feeling con la pista che ha interpretato alla grande rispetto alle avversarie soprattutto nelle prime due manche, quelle di giovedì. L’inglese le ha dominate entrambe imponendo un distacco di un secondo alla Pikus-Pace, unica in grado di impensierirla fino in fondo. Nella terza e quarta manche la Rudman perde qualche centesimo sulla Pikus-Pace, che nel frattempo sembra aver preso le misure alla pista, ma solo nei suoi confronti e comunque non abbastanza da perdere la leadership. Così la Rudman riscatta una stagione tutto sommato sotto tono, in cui ha vinto si una delle nove gare di coppa del mondo, quella di Winterberg, ma in classifica staziona al settimo posto. Lei che negli ultimi quattro anni è sempre finita seconda in classifica di coppa, si lascia finalmente alle spalle le tedesche Huber e Thees, nelle retrovie in questa rassegna, conquistando la sua prima medaglia iridata. Che dire di Noelle Pikus-Pace che dopo l’oro del 2007 conquista l’argento nel 2013? E’ tornata alle gare dopo maternità e infortuni, ha dato continuità a risultati di ottimo livello salendo quattro volte su podi di Coppa del Mondo in questa stagione, con il dichiarato obiettivo di vincere a Sochi l’anno prossimo, welcome!
Combattuta è stata la battaglia per la medaglia di bronzo, con una Sarah Reid che recupera nelle ultime manche sulla Yarnold e sale sul gradino più basso del podio. Rimangono così a becco asciutto non solo le teutoniche, che comunque guidano la Coppa del Mondo ma anche Katie Uhlaender, che difendeva il titolo e finisce settima e Melissa Hollingsworth che chiude quinta.
L’esordiente atleta azzurra Giulia Carpin finisce venticinquesima.

Al maschile come detto Martins Dukurs, universalmente considerato il più forte skeletonista di tutti i tempi, non riesce a difendere uno dei suoi tanti titoli: quello iridato, conquistato nelle ultime due edizioni. Il nuovo campione del mondo è il russo Aleksandr Tretjyakov che nelle due discese di venerdì è riuscito a staccare il lettone di appena nove centesimi. La chiave del successo è stata la terza manche in cui Dukurs ha sbagliato nel tentativo di recuperare: il distacco è cresciuto fino a quasi mezzo secondo e Tretjyakov si è ritrovato con un oro appeso al collo. Nella quarta manche Dukurs ha fatto un capolavoro! Record della pista, una manche al di là del preventivabile anche avendo a che fare con un fenomeno come lui. Nella singola prova recupera quasi tutto il distacco accumulato nelle tre manche precedenti e solo per un soffio non sale sul gradino più alto del podio. Sarà medaglia d’argento, per soli tre centesimi ma con la soddisfazione di essere stato lui a mettere già una dicesa che entrrerà negli annali. Alla Russia anche il bronzo con la sorpresa Sergei Chudinov, mentre deludono Montgomery che finisce settimo, Tomass Dukurs che finisce ottavo, e come nel settore femminile, deludono i tedeschi con Rommel che si piazza quinto a primerito con lo statunitense Dely.

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