Cosentino: “Berlusconi teme che la faccia fuori dal vaso”
Il Pdl ha scaricato Nicola Cosentino senza troppi complimenti. E Alfano – che per una volta conta qualcosa – incalza: «Non candidarlo scelta giusta». Alla fine della giostra l’impresentabile è fuori per davvero, anche se è solo una passata di spugna su un partito che avrebbe bisogno di una rassettata approfondita.
«Mi ha detto (riferito a Berlusconi, ndr): ‘Siamo al 23 per cento, mi mancano quattro punti e non mi posso permettere di mettere la mia faccia vicino alla tua, ci farebbero a fettine ogni giorno. Dimmi quello che vuoi, fai tutto quel che vuoi’. Gli ho risposto: ‘Guarda che ho una dignità, io non voglio niente da te. Ti dico solo questo: i magistrati ci hanno provato e non ci sono riusciti, sei tu che mi mandi in carcere’.» Dice di essere uno che sa aspettare, che vuole far “venire l’ansia a loro piano piano”, ma già non ci va leggero: Nick O’Mericano alla conferenza stampa a Napoli mostra la serenità del vincente, ma è una pentola in ebollizione, a 100°.« Berlusconi ha chiamato cinque volte stamane e sette ieri. Temava che la facessi fuori dal vaso», ha detto, compiaciuto, alla sala gremita di giornalisti. L’ex sottosegretario rivendica la paternità negata sulle liste della Campania, annunciando convinto che senza la sua presenza e supervisione le elezioni saranno un flop maestoso – perchè lui, i fili, li sa muover bene. Tanto convinto che lancia una maledizione ben precisa: «Pensano di vincere facendo fuori me: sei deputati prendono, è il massimo possibile. E sai che ti dico? Bersani vince sia alla Camera che al Senato.»
Bersani dal canto suo ne approfitta per uscirne bene (non che ci volesse molto), e definisce la vicenda grottesca e scandalosa: «Voglio sottolineare la distanza stellare con il modo in cui abbiamo proceduto noi, che facendo le primarie nelle feste di Natale abbiamo presentato le liste dieci giorni prima degli altri. Noi abbiamo sconfitto il Porcellum». I giorni precedenti all’esclusione hanno infatti rasentato il ridicolo: in concomitanza con l’annuncio sono sparite le liste, tanto da costringere i candidati del Pdl in una corsa contro il tempo per poter firmare nuovamente l’accettazione della candidatura. Primo sospettato: ovviamente Cosentino. Una distanza dunque, quella tra destra e sinistra, che la vicenda in sè, tra litigi e tradimenti, non può che alimentare, scontrandosi con un Pd eccezionalmente compatto, seppur ancora non incisivo.
Ma perchè Nicola Cosentino è un impresentabile? 2008: viene pubblicamente accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nell’ambito del riciclaggio abusivo di rifiuti tossici, con conseguente conferma di misure cautelari e dimissioni (respinte da Berlusconi). 2010: l’imprenditore Flavio Carboni resta coinvolto a Roma in un’inchiesta su irregolarità nella gestione degli appalti per degli impianti eolici in Sardegna; in questo ambito vengono indagati anche Ugo Cappellacci, Pasquale Lombardi, e Arcangelo Martino. Secondo l’accusa è grazie a loro che Cosentino ottiene la posizione di candidato governatore di centrodestra per la Regione Campania alle elezioni. 2012: il suo nome compare in un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli sulla camorra; l’accusa è di essere «il referente nazionale» delle cosche casalesi. Un curriculum di tutto rispetto per un candidato Pdl, ci si è quasi impegnato: non c’è da stupirsi che si senta tradito.