Liberi i marinai italiani rapiti in Nigeria: «Stiamo bene»
Sono finiti oggi i giorni di paura per i tre italiani che il 23 dicembre erano stati rapiti, da un gruppo di sette uomini armati, nelle acque nigeriane mentre erano in rotta per Port Harcourt .
A comunicarlo in maniera ufficiale è il ministro degli Esteri Giulio Terzi con poche parole: « I nostri tre marinai sono liberi e faranno rientro in Italia nel pomeriggio di oggi ». Gli uomini, che lavoravano a bordo dell’Asso 21 per la società armatrice Augusta Offshore, sono Emiliano Astarita (il comandante trentasettenne), Salvatore Mastellone (trentanove anni, primo ufficiale) e Giuseppe D’Alessio (il secondo ufficiale trentenne). Provengono rispettivamente da Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Pompei. Oggi le tre città sono in festa per la liberazione dei tre marinai, a partire dalle loro famiglie e i loro cari – immediatamente informati dall’Unità di crisi della Farnesina – che attendevano questo giorno dalla vigilia di Natale. È Gaetano Milone, suocero del comandante, che rilascia le prime emozionate dichiarazioni: «Mi ha chiamato mia figlia Mariella, era commossa, mi ha solo detto ‘li hanno liberati’ e poi finalmente abbiamo iniziato tutti di nuovo a respirare».
È una grande vittoria del lavoro diplomatico italiano, svoltosi in stretta collaborazione con le autorità nigeriane come tiene a precisare il ministro Terzi: «È un successo degli uomini e delle donne della Farnesina e di tutti i funzionari delle strutture dello Stato coinvolte, che con la loro tenacia e professionalità hanno reso possibile l’esito positivo di questa difficile vicenda». «Desidero inoltre ringraziare le autorità nigeriane, che in queste settimane ci hanno sempre assicurato la massima collaborazione».
Il pensiero viene poi rivolto a tutti quei cittadini italiani per i quali il rientro in patria non è ancora avvenuto: sono Giovanni Lo Porto, trentottenne palermitano che da poco meno di un anno è sequestrato da un gruppo talebano pachistano, e Mario Belluomo, catanese di sessantatré anni rapito in Siria il 17 dicembre, per la cui liberazione è stato formalmente chiesto un riscatto. Ed è proprio a riguardo di queste due vicende che, nelle ultime ore, il ministro Terzi ha dichiarato «stiamo seguendo entrambi i casi con la stessa attenzione con cui è stata seguita la vicenda in Nigeria». Sono possibili «sviluppi positivi nei prossimi giorni – ha continuato Terzi – ma è presto per anticiparlo».