In Cile vincono le donne
Le vicende elettorali statunitensi della settimana scorsa non sono state le uniche ad attirare l’attenzione dei media. In America Latina, la vicenda delle elezioni amministrative cilene ho provocato grandi perplessità. I motivi?
La sconfitta della Coalición por el Cambio (Cc) dell’attuale presidente Sebastian Pinera, l’introduzione del voto volontario, l’alta percentuale di astensionismo e il forte consenso popolare nei confronti di donne note per la militanza contro la dittatura. Una tornata elettorale che ha significato per la coalizione di centrosinistra dell’ex presidente Michelle Bachelet la vittoria in molti comuni chiave solitamente appannaggio della destra. Secondo i dati provenienti dal paese, infatti, la Concentración Democratica di Bachelet avrebbe ottenuto il 43,3% dei voti, mentre la Coalición por el Cambio di Pinera solamente il 37,6%. Un risultato frutto anche dell’elevatissimo astensionismo (mai così alto nell’intera storia del Cile) che ha visto recarsi alle urne solo 5.498.000 persone su un totale di 13.388.000 aventi diritto. Il principale fattore scatenante di questa situazione sarebbe stato l’introduzione di un nuovo sistema elettorale che prevedeva l’istituzione del voto volontario a sostituzione di quello obbligatorio. Una manovra che il governo aveva pensato per ottenere il fine opposto ma che si è rivelato un fiasco totale quasi impossibile da cambiare poiché si tratta di una norma costituzionale.
Il simbolo di queste elezioni è stata Josefa Erràzuriz, la candidata del centrosinistra per il comune di Providencia eletta con il 52,6% contro il 47,4% dell’ex sindaco Cristian Labbè. È stata la vittoria di una outsider sulla quale nemmeno i membri del suo partito erano disposti a scommettere ma che grazie ad un valido programma locale e a un basso profilo è riuscita ad ottenere l’insperabile. Una vittoria molto solida e riconosciuta persino da uno dei più importanti esponenti del centrodestra, Carlos Larraìn, che ha dichiarato che perdere il comune di Providencia è un colpo “molto duro da digerire”.
Sembra invece ancora in ballo la vittoria della socialista Maria Fernandez Allende, nipote di Salvador Allende, che pareva essere riuscita nella titanica impresa di sconfiggere il fortissimo sindaco della destra Pedro Sabat, già eletto quattro volte dopo il 1996. Ma un appello contro la vittoria è stato presentato dal partito di Sabat appena sono state trovate alcune schede che erano rimaste non scrutinate e che adesso sembrerebbero riportare in testa di 10 voti proprio il candidato sconfitto. La destra pare convinta che il Tribunale proclamerà la vittoria di Pedro Sabat, ma altri ricorsi sono già pronti. Tuttavia, a prescindere da come andrà a finire questa singola vicenda, il risultato è ormai chiaro, le donne della sinistra hanno trionfato e una ritorno della Bachelet alla guida delle Concentración pare una ipotesi molto probabile. Ipotesi avvalorata anche dal fatto che un vastissimo settore dell’opinione pubblica sembra considerarla la candidata ideale del centrosinistra alle prossime presidenziali.