“Journeys Awards”. Firmato Louis Vuitton
Nasce il 4 agosto 1821 a Lavans-sur-Valouse. Siamo a Parigi, è il 1854 e Louis Vuitton dà vita all’omonima maison, nata come ditta di pelletteria e divenuta il brand di lusso più potente del mondo (25.9 miliardi di dollari nel 2012) nonché espressione massima di eleganza e popolarità.
Da sempre legata all’arte e a ogni sua forma – l’ultimo capolavoro è la collezione ispirata all’artista giapponese Yayoy Kusama – la maison presenta “Journeys Awards“. Piazza San Lorenzo in Lucina 41, 8 novembre, ore 19: il Festival Internazionale del Film di Roma inizia così, a Spazio Etoile, con l’evento organizzato da Louis Vuitton in onore della settima arte.
“Etoile” vi ricorda qualcosa? Se vivete nella capitale la risposta è semplice. Si parla di un passato non tanto lontano quando nasce la prima sala cinematografica della città. Louis Vuitton riporta in vita il fascino de “La Dolce Vita” e il successo di “Vacanze Romane” mettendo a disposizione una sala cinematografica dotata di ben diciannove “poltronissime” che proietta corti d’autore fino al 17 novembre. Il mood? Non fa mai male lasciare un pizzico di curiosità. Indizi? Arte, creatività, storia del cinema, talento. D’altronde “Journeys Awards” è un contest aperto agli studenti di cinematografia internazionale e gli ingredienti per una vittoria assicurata non sono molto lontani dalle tracce lasciate qualche riga sopra. Il punto di partenza è l’incontro. Seguito da come e dove nasce e da conseguenze, esperienze e sensazioni che lascia.
E così c’è David che pur di fuggire dal passato e dal futuro intraprende un viaggio senza destinazione. L’incontro terapeutico di un musulmano afro-americano con una donna, punto di svolta – e di nuovo inizio – per la sua vita. E ancora crescita, eclissi di sole in Giappone, ricordo e viaggio sono i protagonisti di altri corti. Affiancati da un uomo allo sbando svegliatosi dopo una notte trascorsa in auto, il percorso di un anziano verso una spiaggia lontana, l’incontro tra artista e ispirazione e l’ansia vissuta da Yuko che lascia tutto ciò che la circonda per seguire il marito in India. Lontani l’uno dall’altro per ambientazione, stile e storia ma legati da un qualcosa che solamente vivendo il corto si comprende.