Sabato 27 Ottobre: Skream e la sua musica lasciano senza fiato il Brancaleone di Roma

skream2La folla sussurra. E’ quasi ora, l’una passata; tutti lo aspettano: chi lo segue da anni, chi è attirato dal nome. La sala è gremita, si balla, i resident DJ – Andy Pop e Ale G – scaldano il pubblico, fino a che, finalmente, un coro si leva: un ragazzo alto e magro, con il suo magliettone e la scritta “Too Much London”, arriva sul palco. Skream inizia il suo set.

Nelle interviste rilasciate, Skream, classe 1986, è stato chiaro: con il tour europeo Skreamizm, di cui il Brancaleone è stata l’unica tappa italiana, l’artista londinese ha deciso di tonare ad un concept molto semplice, descritto come “una sala scura, un impianto potente, un extended set, un unico focus…la musica”. Ma questo non basta a spiegare un set di più di tre ore, una location perfetta ed un evento fuori dall’ordinario. Il musicista e produttore discografico Skream, non solo è considerato, a ragione, uno dei maestri del dubstep, ma è anche una figura musicalmente imprevedibile, capace di rendere uno show davvero unico: dopo un’ora e mezza di quel suo tipico dubstep scuro, potente, sfrenato, il ritmo cambia e il pubblico se ne accorge. C’è chi apprezza, chi meno, ma anche questo è spettacolo: Skream ci regala pezzi house dopo aver giocato con i remix di Skrillex e con la mood ragga, ci presenta la nuova collaborazione con Kelis e si diverte ancora improvvisando un finto finale. Emana una grande energia: è lui a saltare, muoversi, godere della sua musica, il protagonista della serata, che si esalta spezzando le tracce sul crescendo, per poi rimetterle da capo.
Scatta l’ora legale: dalle 3 del mattino si torna alle 2. Skream suonerà le tre ore previste o in questa notte particolare, in cui il tempo ci regala un’ora in più, anche lui farà altrettanto? Quattro ore sono tante. E invece… Non lo ferma nessuno. E da questo momento è solo con-fusione di suoni. Dalla rave music alla tech house, l’artista passa in rassegna infiniti generi, mostrando capacità e passione: dopo la disco dance anni ’70 arrivano gli anni novanta, con i remix di Blue Monday dei New Order, la spettacolare Love Will Tear Us Apart dei Joy Division, momento di commozione pura ricordato anche il giorno dopo su Twitter da Skream stesso, e due classici che regalano al pubblico il “pogo selvaggio”: i remix dubstep di Smells Like Teen Spirits e di Smack My Bitch Up. A chiudere lo spettacolo il suo remix di In For The Kill dei La Roux, fiore all’occhiello dell’artista londinese. Skream è riuscito, durante lo show, a presentare anche due nuovi pezzi: uno slow piece fumoso, dark, quasi melmoso, accompagnato da un campione vocale effetto disturbed e “Sticky”, traccia tutta techno a bassi pieni. Con un bagaglio musicale eccezionale e due nuove tracce, Skream ci ha regalato uno spettacolo unico e irripetibile, coinvolgendoci e lasciandoci in trepidante attesa: siamo tutti pronti per il prossimo Skreamizm.

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